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l’ora non passa mai

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avanzo una pretesa, febbraio.

il tuo tempo è forse più alto,

ma è con te, l'ironia dell'ombra che arriva,

ed in mano tiene una ghigliottina.

 

ogni creatura che nasce penso a dove verrà

seppellita, penso alla sua risata

ventenne, alla sua pelle annerita.

 

L’ora non passa mai senza riderti in faccia,

quel tuo tormento di contrastare ogni strazio

fosse solo un’impresa.

 

 È nel sonno che muore l’infanzia.

 serenella menichetti - 19/05/2013 19:05:00 [ leggi altri commenti di serenella menichetti » ]

Splendida!

 Carla de Falco - 19/05/2013 18:53:00 [ leggi altri commenti di Carla de Falco » ]

L’ora non passa mai senza riderti in faccia.
Verissimo.

 Fabiana Grasso - 19/05/2013 11:08:00 [ leggi altri commenti di Fabiana Grasso » ]

cautamente essenziale per questo argomento così intimo , resto al margine ma lo faccio per qualche riga di lettura un po’ mio...

  Cristina Bizzarri - 19/05/2013 06:40:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Felice di essere riuscita a "entrare" nel tuo testo, che ho molto sentito Vlad!



 Vlad - 19/05/2013 01:33:00 [ leggi altri commenti di Vlad » ]

sei incredibile, cristina.

e- come sai -, sui miei testi,
non entro mai nello spazio dei commenti.

sono qui solo per dirti che sei oltre.

 Cristina Bizzarri - 18/05/2013 19:43:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Una pretesa faustiana? No, certo, solo un far presente a febbraio che, anche se "il tuo tempo è forse più alto", pur tuttavia "è con te, l’ironia dell’ombra che arriva,/ed in mano tiene una ghigliottina". In maniera quieta conduci la tua poesia, senza grida, senza invettiva alcuna. E’ questo che la rende più dolorosa e struggente,questo tuo sguardo privo di illusioni e trucchetti, e quando dici
"ogni creatura che nasce penso a dove verrà/seppellita", non fai altro che sottolineare un pensiero di fondo, il sottofondo costante che giace appunto nascosto nel seno stesso la terra, dentro i nostri corpi e le nostre menti. Ma "quel tuo tormento di contrastare ogni strazio/
fosse solo un’impresa", mi sembra un imperativo che ti vive dentro, un inno alla vita, un pensiero impossibile che vivi come paradosso necessario e sublime. Come mi sembra sublime e profonda la tua poesia, la cui chiusa mi sembra giocare, magari non volendo, sul duplice senso del sonno: dormire e/per dimenticare/ dormire ed essere incoscienti dell’opera distruttrice del tempo. Dirti che mi è piaciuta mi sembra inutile ...

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